Questo articolo nasce dalla consapevolezza ed osservazione che di emozioni se ne parli molto, senza, tuttavia, sapere bene di cosa davvero stiamo trattando. Non è, infatti, così diffusa una “educazione alle emozioni“, che dovrebbe accompagnare ogni persona fin dalla primissima infanzia, per aiutarla a strutturarsi in maniera solida e ad avere relazioni armoniose. Conoscere le proprie emozioni e saperle gestire costituisce una parte fondamentale del benessere psico-fisico. Esse hanno, infatti, un ruolo decisivo nella nostra vita, determinando le azioni che compiamo ed i comportamenti che mostriamo.
Cosa sono e a cosa servono le emozioni

Possiamo definire le emozioni come “esperienze interne ed immediate”, che coinvolgono il corpo (a differenza dei sentimenti che riguardano maggiormente la mente) e si traducono in comportamenti. Sono legate ad uno stimolo interno (un pensiero o una sensazione corporea) od esterno (un fatto). Possono essere espresse attraverso le parole, ma soprattutto attraverso la mimica e la gestualità. Svolgono molteplici funzioni: consentono di adattarci alle situazioni della vita, comunicano agli altri come stiamo e cosa sentiamo, influenzano l’attività cognitiva e regolano i nostri stati d’animo. Le principali emozioni sono la gioia (associata alla pienezza ed al benessere), la paura, la rabbia e la tristezza: tutte e quattro sono innate e trasversali ad ogni epoca e cultura. Generalmente hanno breve durata. Ognuna di esse ha una funzione specifica legata alla sopravvivenza ed un altrettanto specifico riferimento temporale.
Come si collocano nel tempo le emozioni
Ci focalizzeremo sulle emozioni spiacevoli, poiché sono quelle che generano maggiori blocchi e difficoltà alle persone. Per una maggiore correttezza utilizzeremo il termine “piacevole” o “spiacevole” piuttosto che “positiva” o “negativa”.
- La paura: l’emozione che nasce dal percepire una minaccia od un pericolo. È pertanto rivolta al futuro e porta come reazione alla fuga.
- La rabbia: è la risposta che proviamo quando ci sentiamo invasi o quando un nostro desiderio rimane inappagato. Si riferisce quindi al presente ed è associata all’attacco.
- La tristezza: è legata alla perdita; in altre parole, accompagna il processo di lutto. Pertanto è rivolta al passato.
Emozioni genuine ed emozioni sostitutive

Nel lavoro clinico spesso ci si accorge che le persone non esprimono tutte le emozioni che hanno a loro disposizione, ma piuttosto ne manifestano solo alcune in maniera peraltro piuttosto ripetitiva, persistente ed esagerata. Questo può accadere per varie ragioni:
- poiché non ne sono consapevoli,
- perché non si danno il “permesso” di farlo,
- poiché temono il rifiuto,
- perché si sono viste “vietare” alcune emozioni nel contesto familiare quando erano piccole.
Imparano così ad esprimere alcune emozioni (le cosiddette emozioni sostitutive) che vanno a coprirne altre (emozioni genuine), confinate ad un livello di inconsapevolezza. Alcuni esempi di emozione sostitutiva riguardano le persone che appaiono “sempre” arrabbiate oppure molto spesso tristi.
Come lavorare in terapia sulle emozioni

Per riconoscere quando le emozioni sono funzionali ci vengono in aiuto alcune caratteristiche: esse, infatti, sono consapevoli, transitorie, genuine, legate al tempo a loro corrispondente e finalizzate ad individuare e risolvere una determinata situazione o problema. Si definiscono, invece, disfunzionali, quando procurano sconforto senza portare la persona ad una consapevolezza né tantomeno alla risoluzione del problema.
In psicoterapia accade di incontrare persone che si sentono in colpa nel provare certe emozioni o che sperimentano paura all’idea di affrontarle. Riconoscere le emozioni, accettarle e dare loro il giusto nome è il primo passo, che consente di imparare ad esprimerle e gestirle in maniera efficace. Allo stesso modo è importante riflettere sul motivo per cui si prova quella determinata emozione.
Il lavoro terapeutico è inoltre prezioso poiché aiuta ad acquisire consapevolezza delle emozioni bloccate e a favorirne un’espressione adeguata.
Un’esperienza vissuta

A questo proposito cito un intervento messo in atto con una giovane paziente che era arrivata a me con la richiesta di essere aiutata a gestire le proprie emozioni. Un primo obiettivo fu quello di definire meglio nel concreto cosa volesse dire imparare a regolare le proprie emozioni: nel suo caso significava in particolare riuscire a gestire la rabbia che, in alcuni frangenti, risultava eccessiva e duratura, fino a limitarla nelle relazioni sociali. In un secondo tempo analizzammo la sua storia familiare arrivando a comprendere come nella sua famiglia di origine avesse imparato ad esprimere la rabbia anche là dove l’emozione autentica fosse un’altra: la tristezza. Comprendemmo come quest’ultima costituisse in qualche modo una “minaccia” per i genitori, che si trovavano spiazzati di fronte ad essa ed inermi, allontanando fisicamente la figlia da loro per evitare di dover stare con la sua tristezza.
La rabbia, invece, veniva in qualche modo legittimata e “coccolata”: la bambina infatti riceveva manifestazioni d’affetto dai genitori per essere tranquillizzata e calmata. La paziente imparò così fin da piccola a darsi il permesso di esprimere la rabbia e a mettere da parte la tristezza “coprendola” con la rabbia. Questo è ciò che accadeva anche all’inizio del suo percorso terapeutico. Individuare ed analizzare questo copione le ha consentito di andare a scoprire e conoscere la sua parte triste, per poi darsi il permesso di esprimerla.
Conclusioni
Saper esprimere bene tutte le emozioni ci consente di essere persone libere, di saper affrontare le situazioni per poi risolverle in maniera risolutiva senza “strascichi” nel tempo. Favorisce di conseguenza la possibilità di instaurare con gli altri relazioni autentiche.
Il Family Care è un centro che ha cura delle persone e delle relazioni. Per questo motivo attribuisce particolare valore al tema delle emozioni. Se pensi possa esserti utile conoscere il tuo modo di sentire e di manifestare le emozioni non esitare a contattarci. Saremo lieti di accompagnarti in questo percorso.